Catania invasa dai rifiuti, Cgil e FP chiedono un confronto con il sindaco e analizzano le cause 

Se Catania è sempre più sporca le ragioni vanno ricercate nell’insufficienza di ore di lavoro dedicate alla raccolta della spazzatura, nella mancanza di sorveglianza da parte del Comune rispetto all’applicazione corretta delle regole e nell’incapacità di molti cittadini a differenziare correttamente i rifiuti. Per la Cgil e la Funzione Pubblica Cgil di Catania, anche in occasione della corrente “Settimana europea per la riduzione dei rifiuti”, è arrivato il momento del confronto con l’amministrazione comunale su questo tema. 

La città è particolarmente sporca da anni e rimane tale, in barba al malessere di chi vi abita rispettando regole e pagando tasse e anche a dispetto delle segnalazioni dei turisti che apprezzano la bellezza della città ma non possono fare a meno di segnalare il problema igienico, anche sui social media. I controlli (che su stessa ammissione del Comune, nell’ambito di un appalto spettano all’ente stesso, con le modalità che ritiene più opportune) evidentemente non arrivano ad ottenere l’obiettivo desiderato e andrebbero ripensati e migliorati. 

La Cgil in particolare, in più occasioni pubbliche si è confrontata con le associazioni di quartieri più difficili come Librino e San Cristoforo, tirando in ballo l’amministrazione comunale. Esiste una certa incapacità dei cittadini in alcune aree centrali e in altre aree periferiche della città, a gestire la raccolta differenziata dei rifiuti e a curare l’ambiente circostante rispettando le più ovvie regole di decoro. Anche per questo i lavoratori devono giornalmente fare i conti con cumuli di rifiuti ingestibili.

De Caudo e La Rosa: “Tante le cause di una città sporca”

Per il segretario generale della Cgil, Carmelo De Caudo, e la segretaria generale di FP, Concetta La Rosa:  “Pensiamo che la cattiva gestione dei rifiuti  nella nostra città dipenda dalla somma di tanti aspetti. Bisogna guardare al ruolo del Comune, delle aziende ma anche, e ci duole davvero  dirlo, all’incultura di molti nostri concittadini che non rispettano regole chiare e oramai note. Sappiamo però che coinvolgere le parti sociali prima di scrivere i capitolati d’appalto sarebbe stata la soluzione più ovvia. Visto che le prossime scadenze sono però previste tra molti anni, pensiamo che  l’amministrazione possa concertare insieme al sindacato alcune soluzioni possibili che farebbero solo bene alla città”.

Una questione di appalti e di orari ridotti

Attualmente l’ appalto ammonta a circa 350 milioni di euro suddivisi in tre lotti sui quali operano aziende diverse, per un organico di circa 900 dipendenti, compresi un gruppo di  110 lavoratori, recentemente stabilizzati ma, purtroppo, con contratti part time a 24 ore.

L’ appalto precedente, invece, ammontava a circa 320 milioni di euro ed era stato affidato interamente alla Dusty per tutta la città di Catania e senza la suddivisione in lotti. In quel caso venivano impiegati 850 dipendenti. Conti alla mano, i 30 milioni di euro che vengono sborsati in più rispetto al passato, sono giustificati anche dai servizi aggiuntivi quali ad esempio pulizie delle caditoie e la scerbatura, che richiedono tempo e manodopera. 

Secondo la Cgil e la FP Cgil, però, i problemi di raccolta rischiano di rimanere  invariati “proprio perché la distribuzione dell’orario lavorativo nell’arco delle 24 ore rimane comunque ridotta rispetto al fabbisogno reale del servizio di raccolta. – aggiungono i due segretari- C’è ancora una netta sproporzione tra la quantità di lavoratori impegnati negli altri lotti e quelli effettivamente attivi nel lotto più grande, il “lotto centro”, appunto.

Consideriamo infatti che il solo quartiere di Picanello che conta cinquemila abitanti, più o meno cioè quanto quelli serviti dal lotto sud, è appena una piccola porzione del lotto gestito dalla Gema. Inoltre sappiamo che questi 110 operatori aggiunti al parco operatori del lotto centro, pur essendo inquadrati con un contratto di spazzamento e raccolta non coprono invece profili necessari come, ad esempio, quello degli autisti. Con un esito davvero paradossale: esistono i mezzi meccanici per adempiere al servizio di raccolta dei rifiuti, ma manca chi si possa mettere al volante per guidarli”.

Che fare allora? “Confrontarsi subito sarebbe il primo passo. Invitiamo il sindaco Trantino a incontrarci. – concludono De Caudo e La Rosa- Vorremmo conoscere eventuali piani a breve termine dell’amministrazione e partecipare ad essi con indicazioni e e e e che provengono dalla nostra esperienza – concludono De Caudo e La Rosa- Esperienza che, lo ricordiamo, nasce proprio dallo stare a fianco di chi ogni giorno lavora nel settore”.

La mappa della raccolta: i dati

Il servizio di raccolta nella città di Catania è diviso per aree ed è gestito da altrettante aziende: il lotto centro è gestito dal Consorzio Gema con 500 operatori all’attivo sino ad oggi a fronte di un bacino di  153 mila e 320 abitanti, il lotto nord è gestito dalla società Supereco con i suoi 200 addetti per 64 mila e 129 abitanti, e il lotto sud dalla Ecocar Ambiente con 200 addetti per un totale di 94 mila e 300 abitanti. 

Il lotto più ampio è problematico è di certo il lotto centro che include zone molto ampie della città che vanno dal Corso Italia a Picanello, includendo anche la Circonvallazione, al quale però, dal 1º ottobre sono stati aggiunti 110 lavoratori, raggiungendo il numero di 500 addetti complessivi. Una zona, quella del centro, che non affronta solo la quantità di rifiuti prodotti dalle civili abitazioni ma anche con la grande quantità di esercizi commerciali, ristoranti, b&b e hotel moltiplicatisi anche a seguito dell’aumento del flusso turistico a Catania.

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