Maurizio Landini a Catania. Una giornata tra delegati e giovani

CGIL Sicilia : assemblea regionale con Maurizio Landini. Alfio Mannino: il mondo del lavoro e i giovani possono e devono cambiare la Sicilia. Mobilitazione per i diritti e la deriva antidemocratica nel Paese

Santa Venerina (Ct) ,7 marzo- “Il mondo del lavoro e i giovani possono e devono cambiare la Sicilia. Facendo affermare un nuovo modello di sviluppo economico che abbia al centro la sostenibilità ambientale e sociale, i diritti di chi lavora, i valori della nostra Costituzione oggi costantemente sotto attacco”: lo ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, a Santa Venerina, dove il sindacato siciliano e Maurizio Landini, leader nazionale della Cgil, hanno dato il via simbolicamente ai lavori di ristrutturazione della ex scuola sindacale, che la Cgil Sicilia punta a fare diventare un luogo a disposizione delle università, della scuola, del terzo settore, dell’associazionismo democratico “ per progettare un  futuro possibile per la Sicilia”. Mannino, aprendo poi l’ assemblea regionale delle delegate e dei delegati,  ha sottolineato “ la fase delicata che vivono l’ Europa, il Paese, il Mezzogiorno che rende necessarie l’iniziativa e la mobilitazione per l’affermazione di politiche che diano risposte agli ultimi, ai ceti e ai soggetti più deboli, che affermino diritti fondamentali come quelli alla salute, alla sicurezza sul lavoro, all’istruzione, al lavoro, e pongano argine ai continui attacchi alla Costituzione ,all’unità del Paese e ai valori su cui si fonda, con misure come l’autonomia differenziata, progetti come il premierato, con gli attacchi al diritto all’informazione e a manifestare”.

Giovani: presentato  da associazioni giovanili e Cgil Sicilia il “Manifesto delle giovani siciliane e dei giovani siciliani” per il diritto a restare e a potere tornare. “Tanti i problemi aperti, chiediamo che la situazione cambi per potere contribuire allo sviluppo della Sicilia”

Catania, 7 marzo-Un manifesto che è la richiesta forte del mondo giovanile e della Cgil Sicilia alle istituzioni a creare le condizioni affinchè le giovani siciliane e i giovani siciliani non siano costretti a emigrare per costruirsi un futuro ma, questo futuro possano averlo qui in Sicilia, contribuendo pure a determinarlo. E’ quello presentato oggi a Catania alla presenza del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. “La nostra vita conta, la nostra terra conta”, dice il manifesto attraverso cui i giovani rivendicano “il diritto a restare e a potere tornare”, in pratica a scegliere sul loro futuro, e che è  targato “Forum giovani siciliani”. La sigla , presentata anch’essa oggi e aperta alle adesioni ,  raccoglie le  associazioni giovanili del campo progressista che hanno elaborato insieme alla Cgil Sicilia il manifesto. “I giovani della Sicilia vogliono contare- è scritto  in premessa- e chiedono che la loro voce non resti inascoltata”. L’obiettivo è “obbligare la politica, chi ha leve decisionali, ad agire, a cambiare rotta”. Il manifesto traccia un contesto desolante, che vede l’occupazione giovanile ferma all’11,4% contro la media nazionale del 19,8%, tre famiglie su 10 a rischio povertà, una quota di Neet che supera il 40%, la maggior parte donne, la dispersione scolastica al 27%. Tra il 2008 e il 2020 il rapporto tra spesa e studenti ha visto la riduzione del 21,9%, con la diminuzione di mezzo punto del Pil. “Il Paese in pratica non investe sull’istruzione nel  Mezzogiorno”. Solo il 10% della scuola primaria ha il tempo pieno e 1.443 edifici scolastici hanno barriere architettoniche. Nelle università mancano aule e laboratori, le residenze universitarie pubbliche sono poche e poche le risorse destinate a queste e anche alle borse di studio che non vengono garantite a chi ne ha diritto, con 16.042 studenti risultati idonei ma nono assegnatari per carenza di risorse. Il manifesto rileva come gli investimenti per le politiche giovanili siano progressivamente diminuiti e programmi europei come Garanzia giovani non abbiano avuto ricadute significative. Vengono anche segnalate le  criticità di un “mercato del lavoro immobile”, del sistema sanitario, di un sistema infrastrutturale carente  che “non favorisce la connettività” né la mobilità. “Persino sostenere un esame all’ università più vicina è un’impresa ardua”, dice il documento che sottolinea che “tutto questo non è sostenibile”. Da qui una serie di richieste che riguardano il diritto allo studio, il diritto alla salute, il diritto al lavoro dignitoso, stabile, non precario e non povero. Ma anche i diritti alla protezione e salvaguardia ambientale e alle infrastrutture e mobilità. Le giovani e i giovani siciliani chiedono insomma attenzione, di essere protagonisti, quindi  che “la situazione cambi per potere anche contribuire alo sviluppo della Sicilia”.

(Comunicati stampa CGIL SICILIA)

Le parole di Landini

Santa Venerina:

“Bisogna cambiare tutte le leggi che hanno fatto in questi anni che stanno condannando i giovani alla precarietà ad andare via dal nostro Paese, quindi bisogna cambiare e rimettere al centro il lavoro, un lavoro non precario e che permetta alle persone di vivere con dignità”. 

Oggi – ha aggiunto il segretario nazionale della Cgil – questa cosa non sta succedendo. Oggi il lavoro è povero e precario e abbiamo 120mila giovani che ogni anno, in particolare dal Mezzogiorno, che se vanno via dal nostro Paese. Per noi questo significa cambiare le leggi sulla precarietà e fare assumere la centralità del lavoro e delle persone. Questo vuol dire investire sulle persone, cosa che non è stata fatta in questi anni e che non sta facendo neanche questo governo”.

“Continuo a pensare che in un Paese che ha la situazione infrastrutturale che ha l’Italia bisognerebbe fare le infrastrutture di fondo. In Sicilia ci sono ancora binari unici, ore e ore di treno per spostarsi. Credo che la priorità assoluta oggi sia quella di realizzare gli investimenti previsti dal Pnrr, siamo in grave ritardo, e di avere una politica che metta al centro non solo le infrastrutture materiali che servono, ma anche quelle sociali che mancano come asili, scuole e ospedali”

“Questi – ha sottolineato il segretario nazionale della Cgil – mi sembrano gli elementi centrali di esigenze, perché in questi anni si è determinato un peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle persone. A questo bisogna dare delle risposte”. 

“Siamo radicalmente contrari a cambiare la nostra Costituzione perché pensiamo che il problema sia applicarla e realizzarla e l’idea dell’autonomia differenziata e’ un danno. Il nostro Paese è già abbastanza diviso e frantumato, già adesso ci sono troppe divisioni. Ci sono più di venti sistemi sanitari e non ci sono gli stessi diritti e le stesse tutele dappertutto. Il diritto non solo alla salute, ma anche quello all’istruzione e al lavoro oggi non è garantito”. 

“Per il segretario nazionale della Cgil “l’obiettivo deve essere quello di fare sistema e di avere leggi e provvedimenti che vanno in questa direzione” e, ha osservato, “l’autonomia differenziata divide il Paese e non e’ quello di cui abbiamo bisogno”. “E allo stesso tempo – ha ribadito Landini – bisogna applicare la Cosituzione, in tutti gli aspetti in cui oggi non è applicata, a partire dal diritto al lavoro”. 

“Il voto in Abruzzo? Non è il mio compito. Io mi auguro che la gente vada a votare perché continua a esserci un Paese in cui il 50 per cento delle persone non ci va più” e forte astensione “è indice di una crisi di democrazia, perché quando la gente non va a votare significa che non si fida e che non si sente rappresentata da nessuno”.

Per il segretario della Cgil “le forze politiche dovrebbero preoccuparsi di recuperare questa partecipazione, tornando a occuparsi dei problemi che le persone hanno”, come “avere un lavoro, garantire ai figli di studiare, un sistema sanitario che funziona”. “Vuol dire – ha chiosato – avere in testa un’idea di futuro che noi in realtà non vediamo”.

“Questo governo non sta facendo le cose di cui il Paese avrebbe bisogno e soprattutto ha scelto di non confrontarsi con chi il Paese lo tiene in piedi: i lavoratori dipendenti, i pensionati e quelli che pagano le tasse, che però oggi non sono ascoltati. Per questo noi abbiamo nelle prossime settimane nei prossimi giorni di tornare in piazza e mobilitarci”.

“Il governo – ha aggiunto il leader della Cgil – ha scelto di non confrontarsi con le organizzazioni sindacali: si continua a morire sul lavoro e non si fanno provvedimenti, i salari sono bassi e non aumentano, invece di fare la lotta all’evasione fiscale fanno i condoni e continuano ad aiutare chi non paga le tasse, invece di tassare i profitti tassano i salari e pensioni”. Per Landini“la riforma fiscale è una cosa seria” e il nostro “non può più continuare a essere un Paese che ha 110 miliardi di euro di evasione fiscale ogni anno” e che “le rendite finanziaria e immobiliare paghino meno tasse di lavoratori dipendenti e pensionati”. “Lì – ha osservato il segretario nazionale della Cgil – ci sono le risorse da andare a prendere per fare gli investimenti, non è possibile che su profitti ed extra profitti non sia stata fatta alcune tassazione., quando stanno aumentando i profitti e stanno calando salari e pensioni. E bisognerebbe anche, in Italia, in Europa e nel mondo, di aumentare le spese per le armi: abbiamo bisogno di fermare le guerre” 

“Si continua a morire sul lavoro: le notizie passano, però i dati sono sotto gli occhi di tutti. In un anno abbiamo più di mille morti sul lavoro, ci sono 500mila infortuni sul lavoro e abbiamo oltre 70mila malattie professionali riconosciute. Sono i dati del 2023, e primi dati del 2024 sono ancora peggio. E non si stanno prendendo provvedimenti”.

“E anche su questo – ha aggiunto il leader della Cgil – noi pensiamo che nei prossimi giorni sia necessario mobilitarsi perché i provvedimenti che sta prendendo il governo non vanno nella direzione giusta: bisogna cancellare i sub appalti a cascata. E’ nei sub appalti liberi che la gente si fa male, muore ed è anche un sistema che favorisce le infiltrazioni malavitose”

“Il mondo del lavoro e i giovani possono e devono cambiare la Sicilia. Facendo affermare un nuovo modello di sviluppo economico che abbia al centro la sostenibilità ambientale e sociale, i diritti di chi lavora, i valori della nostra Costituzione oggi costantemente sotto attacco”.

Il segretario di Cgil Sicilia, Mannino, aprendo l’ assemblea regionale delle delegate e dei delegati, ha sottolineato “la fase delicata che vivono l’ Europa, il Paese, il Mezzogiorno che rende necessarie l’iniziativa e la mobilitazione per l’affermazione di politiche che diano risposte agli ultimi, ai ceti e ai soggetti più deboli, che affermino diritti fondamentali come quelli alla salute, alla sicurezza sul lavoro, all’istruzione, al lavoro, e pongano argine ai continui attacchi alla Costituzione, all’unità del Paese e ai valori su cui si fonda, con misure come l’autonomia differenziata, progetti come il premierato, con gli attacchi al diritto all’informazione e a manifestare” 

Geotrans

 “I giovani bisogna ascoltarli e farli diventare protagonisti del futuro” e “per non farli andare via ci vuole un lavoro non precario”. E “visto che non vogliono cambiare le legge sbagliate che sono state fatte in questi anni” la Cgil, per fare “tornare il lavoro che dà libertà al centro di qualsiasi politica di sviluppo e di crescita del nostro Paese” è anche “pronta ad aprire una stagione referendaria”.

 “I giovani bisogna ascoltarli e farli diventare protagonisti del futuro” e “per non farli andare via ci vuole un lavoro non precario”. E “visto che non vogliono cambiare le legge sbagliate che sono state fatte in questi anni” la Cgil, per fare “tornare il lavoro che dà libertà al centro di qualsiasi politica di sviluppo e di crescita del nostro Paese” è anche “pronta ad aprire una stagione referendaria”.

“La criminalità organizzata pesa sullo sviluppo”, “le infiltrazioni sono aumentate” e in “un Paese che ha miliardi di soldi europei da investire c’è bisogno di maggiore attenzione” per questo la Cgil alla “fine di aprile organizzerà una grande assemblea” e sta pensando di “farla in Sicilia per rilanciare con forza la lotta alle mafie”. 

Per Landini occorre “cancellare tutti i sistemi che stanno favorendo la malavita organizzata che controlla pezzi interi dell’economia reale”. “E questa – ha aggiunto Landini – deve essere una battaglia politica e sindacale senza quartiere e anche delle imprese. Penso che sia interesse di chi vuol fare seriamente l’imprenditore togliere queste modalità di infiltrazione e le regole che giocano al ribasso contro la democrazia”.

 “ll caporalato non riguarda solo il lavoro in agricoltura. Le morti del cantiere di Firenze dimostrano che addirittura c’erano dei migranti clandestini che lavoravano in nero. Questo è un tema che purtroppo in questi anni si è esteso”. Lo ha detto Maurizio Landinialla presentazione, alla Geotrans di Catania, del “Manifesto dei giovani siciliani” promosso da associazioni giovanili e Cgil Sicilia. “Quando dico che bisogna cancellare tutta una legislazione balorda che negli ultimo venti anni si è affermata – ha aggiunto – significa riaffermare la lotta al caporalato oltre ad applicare le leggi. Vuol dire anche chiedere allo stesso sistema di imprese di assumere questo elemento come una battaglia generale. Per questo penso che la lotta contro l’evasione fiscale, smetterla con i condoni e cancellare queste leggi diventa un elemento di politica nazionale del governo che oggi non sta facendo”.

“La nostra vita conta, la nostra terra conta”, dice il manifesto con cui i giovani rivendicano “il diritto a restare e a potere tornare”, in pratica a scegliere sul loro futuro, e che è targato “Forum giovani siciliani”. La sigla, presentata oggi, raccoglie le associazioni giovanili del campo progressista che hanno elaborato insieme alla Cgil Sicilia il manifesto. “I giovani della Sicilia vogliono contare – è scritto in premessa – e chiedono che la loro voce non resti inascoltata”. L’obiettivo è “obbligare la politica, chi ha leve decisionali, ad agire, a cambiare rotta”. Il manifesto traccia un contesto che vede l’occupazione giovanile ferma all’11,4% contro la media nazionale del 19,8%, tre famiglie su 10 a rischio povertà, una quota di Neet che supera il 40%, la maggior parte donne, la dispersione scolastica al 27%. Tra il 2008 e il 2020 il rapporto tra spesa e studenti ha visto la riduzione del 21,9%, con la diminuzione di mezzo punto del Pil. Solo il 10% della scuola primaria ha il tempo pieno e 1.443 edifici scolastici hanno barriere architettoniche. Nelle università mancano aule e laboratori, le residenze universitarie pubbliche sono poche e poche le risorse destinate a queste e anche alle borse di studio che non vengono garantite a chi ne ha diritto, con 16.042 studenti risultati idonei, ma non assegnatari per carenza di risorse. Il manifesto rileva come gli investimenti per le politiche giovanili siano progressivamente diminuiti e programmi europei come Garanzia giovani non abbiano avuto ricadute significative. Vengono anche segnalate le criticità di un “mercato del lavoro immobile”, del sistema sanitario, di un sistema infrastrutturale carente che “non favorisce la connettività” né la mobilità. Da qui una serie di richieste che riguardano il diritto allo studio, il diritto alla salute, il diritto al lavoro dignitoso, stabile, non precario e non povero. Ma anche i diritti alla protezione e salvaguardia ambientale e alle infrastrutture e mobilità. Le giovani e i giovani siciliani chiedono insomma attenzione, di essere protagonisti, quindi che “la situazione cambi per potere anche contribuire alo sviluppo della Sicilia”

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