“Troppe donne in regime di part time involontario”. Il Coordinamento donne su referendum e sull’attacco alla 194

A Catania il 21,3%  delle donne sono precarie ed il 26,3% lavora in regime di part time involontario. Numeri che vanno inquadrati all’interno di un tasso molto ridotto di occupazione femminile del 27,3%. 

I dati sono stati al centro dei lavori del Coordinamento donne della Cgil di Catania, riunitosi sui temi del referendum popolare promosso dal sindacato nazionale ma anche sulle scelte del governo nazionale riguardo alle politiche di genere “per cui ritiene necessario alzare la guardia sulla difesa dei diritti conquistati”.

La campagna referendaria che la CGIL sta portando avanti punta a smantellare il sistema che ha ormai reso strutturale il lavoro precario. 

Per la Cgil, invece, il lavoro deve essere tutelato perché è un diritto costituzionale, deve essere sicuro perché di lavoro si deve vivere e non morire, deve essere dignitoso e perciò ben retribuito, deve essere stabile perché la precarietà è una perdita di libertà.

“Le donne sono particolarmente interessate a questi temi perché nel mercato del lavoro continuano ad essere le più fragili. Ecco perché siamo molto determinate nella raccolta delle firme”, sottolinea la responsabile del Coordinamento donne, la segretaria confederale Rosaria Leonardi.

Secondo le donne catanesi del sindacato, inoltre, il governo Meloni  sta destabilizzando le funzioni previste dalla legge 194; accade quando si obbliga la donna decisa ad abortire ad ascoltare il battito del cuore del feto, accade attraverso il recente emendamento al PNRR con cui si finanziano le associazioni antiabortiste che entrano così nei consultori e nei reparti ospedalieri dove si pratica l’interruzione volontaria di gravidanza.

Nella rimodulazione apportata dal Governo nazionale al PNRR, si assiste persino al taglio di finanziamenti per gli asili nido, e permane un problema di costi di gestione e di risorse da garantire ai Comuni  per l’assunzione di nuovo personale.

“Noi pensiamo che ci sia semmai bisogno di un sostegno alla genitorialità attraverso un maggior numero di servizi pubblici, di asili nido e soprattutto attraverso un lavoro ben retribuito e di qualità, affinché anche la scelta di mettere al mondo un figlio sia serena e sostenibile”, conclude Leonardi.

L’attività del Coordinamento donne continuerà con azioni di formazione sindacale sulla contrattazione di  genere rivolte a delegate e delegati e con le azioni di contrasto alla violenza sulle donne, anche attraverso gli incontri con gli alunni delle scuole secondarie di primo grado.

Il Centro ascolto Donne E.Colosi, intanto, è aperto, nella sede di via Crociferi 40, il martedì mattina dalle 9,30 alle 12,30 e il giovedì pomeriggio dalle 16 alle 18.

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