Giustizia per la Palestina: la Filcams riunisce sindacato e società civile per l’ambasciatrice Odeh

“Due anni fa mi trovavo con voi a Catania, e parlavamo insieme della sofferenza del popolo palestinese. Oggi parliamo di un genocidio, di una deportazione e parliamo di 50.908 palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza; questo numero l’ho cambiato tre volte ieri sera. Di questi, il 70 per cento sono bimbi e donne, civili”.Con queste parole cariche di dolore e lucidità politica, l’ambasciatrice palestinese in Italia Abeer Odeh è intervenuta all’incontro pubblico “Pace e cooperazione tra i popoli. Quale futuro per i nostri giovani”, promosso dalla Filcams Cgil Area Metropolitana di Catania nel salone Russo della Camera del Lavoro. Un evento di forte impatto emotivo e intensità politica, che ha riunito esponenti del mondo sindacale, politico e associativo, per un confronto coraggioso e necessario sui conflitti in corso e sul ruolo dell’Europa e dell’Italia.
A dare apertura ai lavori, il segretario generale della Filcams Cgil di Catania, Davide Foti, che ha subito chiarito il posizionamento politico ed etico dell’organizzazione: “Palestina, Ucraina, Siria e decine di altre guerre ci dicono come chi professa democrazia e libertà sia spesso profeta di morte e dolore. Non esistono morti di serie A o di serie B: esistono vite spezzate da una guerra che non dovrebbe mai essere uno strumento di pace”. Un intervento durissimo, che ha toccato i nervi scoperti della politica internazionale e non ha risparmiato critiche nemmeno alle istituzioni locali: “L’Università di Catania ha rifiutato il patrocinio e lo spazio per questa iniziativa. È una scelta grave e deludente”. Accorato anche l’intervento del segretario generale della Cgil Catania, Carmelo De Caudo, che ha ribadito l’urgenza di un impegno attivo e trasversale contro l’indifferenza globale: “Quello che sta accadendo in Palestina è una sistematica violazione dei diritti umani. Non possiamo più restare in silenzio mentre si consuma una delle più gravi tragedie del nostro tempo”. De Caudo ha lanciato un appello forte alla mobilitazione: “Da Catania diciamo: cessate il fuoco immediato, fine dell’assedio, riconoscimento dello Stato di Palestina. La pace non è utopia, è una scelta, oggi più che mai necessaria”.
Di altissimo impatto anche le parole di Pina Palella, presidente dell’ANPI Catania, che ha sottolineato il valore della resistenza civile e l’ipocrisia di certe diplomazie occidentali: “Da troppo tempo va avanti la strage di civili nella Striscia di Gaza. La reazione israeliana è sproporzionata, feroce e funzionale a un progetto di occupazione totale. L’umanità deve prevalere su questa follia genocida”.
Tra le tanti voci è spiccata anche quella dei giovani, grazie all’intervento di Franz Pisa, dell’UDU: “L’incontro di oggi rappresenta una grande occasione per la cittadinanza catanese, in un momento in cui il movimento studentesco nelle università italiane e internazionali sta alzando la voce per chiedere giustizia per la Palestina. Siamo al fianco dei popoli oppressi: sosteniamo la fine dell’occupazione, il rispetto del diritto internazionale e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese. Le università devono essere luoghi di libertà, consapevolezza e solidarietà”.
L’incontro ha visto la partecipazione di numerosi ospiti: la consigliera comunale del M5S Gianina Ciancio, Franco Faro per Amnesty International, Dario Pruiti di Arci Catania, Salvo Spagano per il PD, lo storico Saro Mangiameli, Gianandrea Paderni di Emergency, Maria Palazzolo per Europa Verde, Franz Pisa dell’Udu, il sindaco di Caltagirone, vitta gemellata con Betlemme, Fabio Roccuzzo, e Giolì Vindigni per Sinistra Italiana.
Da Youness Ait Abdeslam e dai ragazzi del Centro di accoglienza Sai (Sistema di accoglienza integrato di Scordia) presenti all’incontro, è infine arrivato un messaggio diretto all’ambasciatrice: “il dolore del popolo palestinese è anche il nostro”.
Ciascuno ha contribuito a tessere una narrazione collettiva fondata su solidarietà, democrazia e diritti umani.
A chiudere simbolicamente l’iniziativa, il videomessaggio dell’attore e intellettuale Moni Ovadia, da sempre voce impegnata nel dialogo interculturale:
“La tragedia del popolo palestinese, oltre all’orrore che rappresenta, ai martiri e alla sofferenza inusitata dei suoi piccoli, è un fatto che mette in forse lo stesso principio di umanità universale. L’Occidente dimostra la falsità della sua idea di diritto internazionale. Il mondo occidentale guarda al genocidio del popolo palestinese, facendo nulla o pochissimo. Il futuro interrogherà l’umanità”.

